“Il Balzolo” dispone di 3 camere;  due doppie REFORO e LINARO, ed una la PESCHIOLI con possibilita’ di diventare tripla o quadrula, tutte con bagno privato.

La camera LINARO e’ idonea per ospitare persone con difficolta’ motorie, con sedia a rotelle. Queste persone possono muoversi all’interno della casa grazie alla presenza di montascale idonei, che saranno installati a breve.

La camera PESCHIOLI piu’ grande ha un angolo caffe’, con due piastre elettriche. In aggiunta al letto matrimoniale ha a disposizione una poltrona letto ed un pouf, anch’esso trasformabile in letto, insieme ad un tavolo con sedie, per rendere ancora piu’ autonoma l’unità.

 

Prezzi delle camere a notte, prima colazione inclusa:

• Doppia uso singola (camera Linaro e Reforo) € 80,00
• Doppia (camera Linaro e Reforo) € 85,00
• Doppia (camera Peschioli) € 120,00

+ € 20,00  per ogni letto aggiunto (possibilita’ di avere solo due letti singoli in piu’ nella camera Peschioli).
culla (gratis)

 

I nomi delle stanze, Peschioli, Linaro e Reforo, richiamano alla memoria leggende quali quella della dea Maia e quella dei soldati dell’esercito romano dispersi nella nostra valle, durante una delle campagne di guerra contro le popolazioni locali. Il rifugio Peschioli si trova a 1100m di altitudine ed e’ facilmente raggiungibile dal Balzolo, seguendo il sentiero G1 (Pennapiedimonte-Rifugio Pomilio). Si trova sul costone che delimita il vallone di Tre Grotte a nord e permette di avere una visione panoramica di tutta la valle e del settore settentrionale del massiccio della Maiella, in particolare della montagna d’Ugni e delle Murelle, da un lato, e della costa, dall’altro.

La statua rupestre che domina il Balzolo, che vista da lontano assomiglia ad una Madonna inginocchiata, ricorda la leggenda della dea Maia, in preghiera ed in lacrime per la perdita del figlio Ermes, morto a causa di ferite di guerra riportate in Frigia. Arrivati in Abruzzo dove speravano di trovare l’ erba miracolosa (la sideritis o the’ della montagna) che avrebbe potuto curarlo, le montagne erano ancora coperte di neve ed Ermes mori’. Maia lo seppelli’ su quello che e’ oggi il Gran Sasso, la cui forma ricorda quella di un gigante addormentato, mentre lei si rifugio’ disperata sulla montagna a cui poi ha dato il nome.

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Linaro
e Reforo, ricordano il poemetto leggendario scritto da Domenico Di Marco, in cui si racconta delle loro vicende, dopo aver disertato l’esercito romano.

Linaro perde la vita, cadendo in un dirupo, nella localita’ che porta il suo nome e Reforo ha dato il nome alla grotta dove i pastori locali lo accolsero e ospitarono, fino a quando non fu in grado di ripartire per la sua Sicilia.